INFORMAZIONI GENERALI
Sazia Sobrietà
installazione di Ezio Tribbia a cura di Damiano Fustinoni, Stefania Guzzetti e Marco Ronzoni
Monastero di Cairate 26 settembre - 24 ottobre 2015
Inaugurazione domenica 27 settembre ore 16.
Patrocinio di: Pro Loco Cairate, Comune di Cairate, Provincia di Varese e Fondazione Adriano Bernareggi
In concomitanza pubblicheremo il libretto per bimbi "Il raccolto del pane" di cui ci sarà una lettura animata sabato 3.10 alle ore 16 presso Sala Maggioni del Monastero di Cairate, a cura della Biblioteca di Cairate
EZIO TRIBBIA
Ezio Tribbia, bergamasco, 55 anni, originario di Scanzorosciate (BG), si dedica all'arte da una ventina di anni. La sua principale fonte di ispirazione, il suo strumento di lavoro è il pane, inteso sia come sostentamento materiale sia come simbolo di nutrimento spirituale. All’interno della sua attività artistica/espressiva si possono riscontrare principalmente tre filoni narrativi: quello del pane, quello del gesto e quello del luogo.
La poetica del pane
Il pane è elemento principe di tutta l’attività artistica di Ezio che, con naturale gesto poetico, lo eleva da cibo povero ad elemento simbolico. Il pane si può trasformare quindi in memoria e nutrimento dell’anima. Memoria come ripetitività di sapienti gesti ancestrali appresi dai nostri avi; nutrimento in quanto alimento semplice e popolare e per questo simbolo di condivisione e di riscoperta di valori quali il senso della misura, del limite e della sobrietà.
La poetica del gesto
Ezio celebra l’arte mediante il lavoro quotidiano riscoprendo la forza evocativa del gesto attraverso azioni (impastare, cuocere, attendere) ed elementi propri dell'attività del fornaio (farina, olio, lievito, teli, impasto, legna, pane). Nel buio e nel freddo della notte il fornaio è custode di quell'angolo di mondo, caldo e luminoso, in cui, nello stupore e nella meraviglia della lievitazione, si compie il miracolo del creare ciò che riempirà e sfamerà il nostro domani, il vuoto del nostro domani. In senso più ampio l’attività artistica di Tribbia vuole essere la celebrazione di ogni lavoro, sia esso contadino o artigianale, svolto con fatica da mani capaci di gesti tramandati dalle generazioni degli antenati. Gesti, dunque, raccolti con sapienza, intelligenza genuina e con la generosità propria di un cuore che vuole poter rispondere ai bisogni ed alle speranze di ogni uomo e di tutti gli uomini.
La poetica del luogo
Negli ultimi anni Tribbia ha adottato come propria forma espressiva principe l’istallazione. Ha abbandonato la creazione della singola opera per abbracciare un linguaggio espressivo che fosse in assoluta relazione con la realtà del luogo ospitante, con il reale e la sua quotidianità. Da qui la “poetica del luogo”, luogo che da prima da’ origine, poi casa e poi partecipa all’opera stessa diventandone protagonista.